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Il capolavoro di Charles Baudelaire presenta 126 poesie raccolte in una struttura divisa in sei parti, che si apre con la poesia 'Al' lettore", in cui si evidenzia la fratellanza tra gli uomini assimilati in un destino da vittime. La parte più importante dell'opera è "Spleen e Ideale", la sezione che vede rappresentato il tormento che lacera l'animo del poeta: da un lato l'aspirazione all'ideale e, dall'altro, lo spleen, inteso come angoscia, noia e male di vivere. Nella sezione "Quadri parigini", Baudelaire dipinge Parigi come la città del caos, foriera di sogni. L'angoscia del poeta si manifesta di fronte allo spettacolo offerto dalle strade. Nella parte intitolata "Il vino", il poeta parla del primo dei paradisi artificiali a cui gli artisti ricorrono per sfuggire all'angoscia, in cerca di una via di fuga dalla banalità del vivere quotidiano. La sezione "I fiori del male", che dà il titolo alla raccolta, vede Baudelaire sviscerare l'altro paradiso artificiale, quello degli amori proibiti. Dopo una parentesi nella quale si lasciano da parte le tentazioni della carne, alla ricerca di una soddisfazione spirituale, dove il poeta non si rivolge a Dio, ma stipula un'alleanza con Satana, il principe delle persone deluse e disincantate, l'opera si chiude con "La morte", composta da sei poesie. La morte è qui vista come unica ancora di salvezza, l'esclusiva liberazione dalla sofferenza, il solo momento oscuro che preannuncia qualche cosa che è migliore della vita che si sperimenta.